Arezzo

Torre di Galatrona: cosa vedere, come raggiungerla e dove andare nei dintorni

La Torre di Galatrona è un monumento medievale che si erge nella suggestiva Valdambra, nel Comune di Bucine. La torre, chiamata anche “Il Torrione”, è alta circa 27 metri, con una base quadrata larga 7 metri e pareti spesse 1,80 metri, ed è ciò che rimane di un antico castello strategico documentato già nel X secolo, uno dei più importanti di tutta la Valdambra. Il primo riferimento risale infatti almeno al 963 d.C., quando nei documenti viene nominato come “Castruna”, sebbene reperti archeologici suggeriscono insediamenti ancora più antichi, di epoca etrusca o tardo-romana, stabilendo quindi le origini in tempi ancora più antichi.

Torre di Galatrona: un po’ di storia

Costruita in pietra arenaria, con solide mura e feritoie per le armi, la torre rappresentava un punto di controllo su importanti vie di comunicazione. Al suo interno, suddiviso in sei piani, si trovano dettagli originali come una cisterna nel seminterrato, accessibile tramite una botola, nonché esposizioni fotografiche e reperti ceramici.

Il castello sorgeva in posizione strategica su un colle a circa 500 metri sul livello del mare, con funzioni di controllo sulle vie di comunicazione, tra cui un ramo della via consolare Cassia che collegava Roma a Firenze. La terrazza in cima offre una vista spettacolare su tutta la Valdambra, il Valdarno e le colline del Chianti, con un panorama che spazia tra le celebri colline toscane, i vigneti, gli oliveti e i borghi medievali.

Nel corso del Medioevo, Galatrona fu teatro di contese tra Siena, Arezzo e Firenze, passando tra i Conti Guidi e i Tarlati e poi definitivamente sotto il dominio fiorentino nel 1355. All’epoca, i documenti attestano l’esistenza di due torri: una “vecchia”, oggi scomparsa, e la “nuova”, ancora visibile.

Secondo alcuni documenti catastali risalenti ai primi anni del XV secolo, sembra che il castello di Galatrona includesse un villaggio fortificato abitato solo da piccoli proprietari terrieri e contadini. Nel XVI secolo, invece, la Valdambra venne coinvolta nella lotta tra Carlo V, sostenuto dalla famiglia de’ Medici, contro Siena e il re di Francia. Fu allora, con la fine della Repubblica Senese, che Galatrona iniziò a dipendere territorialmente da Bucine.

Torre di Galatrona: cosa vedere

Restaurata nel 2007 grazie al gruppo di volontari “Gli amici del Torrione”, la torre conserva molte delle sue caratteristiche originali, come le botole, le travi di legno e i beccatelli che sostenevano il ballatoio ed è stato inserito anche un percorso multimediale che racconta la storia del castello e del territorio circostante.

Dall’alto della terrazza, i visitatori possono godere di una vista spettacolare sulla Valdambra e il Valdarno, passando per il letto dell’Arno e le colline del Chianti.

Fortunatamente, il restauro ha reso possibile l’accesso ai visitatori (ma solo nel weekend, dalle 15 alle 19), con una rampa di scale e un ballatoio di legno che conduce all’unico ingresso situato a 4 metri dal suolo, un tempo accessibile solo tramite scale retrattili.

L’ingresso è a offerta libera.

Come raggiungere la Torre di Galatrona

La torre è raggiungibile attraverso un percorso pedonale segnalato dal CAI che parte dal Mercatale Valdarno, passando per la Pieve di Galatrona, famosa per il fonte battesimale di Giovanni della Robbia, e per la villa-fattoria di Petrolo, un’azienda vinicola. Il tragitto attraversa boschi di querce e corbezzoli, offrendo un’esperienza immersiva nella natura. Tuttavia, qualora si preferisse un percorso più comodo e confortevole, è disponibile un piccolo parcheggio vicino alla torre.

Cosa vedere vicino alla Torre di Galatrona: il territorio di Bucine

Bucine, situata nel cuore della Toscana tra i monti del Chianti, il Valdarno e la Valdichiana, è un territorio assolutamente da visitare nella sua interezza, perché è ricca di siti di interesse che meritano di essere visti.

Ad esempio, la Pieve di San Giovanni Battista a Petrolo conserva capolavori in terracotta invetriata di Giovanni della Robbia, risalenti al XVI secolo. La Badia a Ruoti, invece, con la sua pala di Neri di Bicci e decorazioni medievali, racconta le tradizioni e la storia dell’antico complesso monastico. Nell’Abbazia di Santa Maria Agnano, un tempo punto di riferimento religioso e amministrativo, spicca un grande crocifisso ligneo sospeso nell’abside.

Il Ponte romano di Pogi, con fondamenta risalenti all’epoca romana, è un vero e proprio viaggio nel passato, testimoniando l’importanza del luogo anche in tempi antichi. Infine, merita una visita anche il Museo della Memoria di San Pancrazio, dove si commemorano le vittime dell’eccidio nazista del 1944.

 

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