Anghiari è un borgo medievale della Toscana orientale, situato in provincia di Arezzo, nella Valtiberina. Celebre per la Battaglia di Anghiari del 1440, che sancì i confini della Toscana dopo la vittoria delle truppe fiorentine sui milanesi, il borgo è associato a un affresco perduto di Leonardo da Vinci, che ne celebrava l’evento storico. Oggi, il Museo della Battaglia ospita ricostruzioni e testimonianze legate a quel periodo.
Anghiari cosa vedere: dal centro storico ai Musei
Il centro storico di Anghiari è molto ben conservato, circondato da imponenti mura duecentesche con porte storiche come Porta San Martino, Porta Sant’Angelo e Porta Fiorentina, e caratterizzato da vicoli stretti tipici della regione e numerose botteghe di artigianato. Il borgo è attraversato dalla caratteristica “ruga”, una strada ripida che offre scorci pittoreschi e conduce verso Sansepolcro. La via di Ronda e altre strade offrono viste panoramiche sulla Valtiberina degne di essere fotografate e immortalate nel cuore.
Incluso tra i “Borghi più belli d’Italia” e insignito della “Bandiera Arancione” per la qualità turistica e ambientale, Anghiari è una destinazione ideale per chi ama lo slow tourism, per vivere un’esperienza autentica immersa tra paesaggi collinari, itinerari enogastronomici e siti d’interesse storici e culturali. Tra le attrazioni, spiccano il Museo della Battaglia e il Palazzo Taglieschi, che espongono opere d’arte, sculture e reperti storici, tra cui lavori di Andrea della Robbia e Jacopo della Quercia, come la celebre Madonna con Bambino, oltre a collezioni che celebrano le tradizioni popolari dell’Alta Valle del Tevere.
Entrando più nello specifico, il Museo della Battaglia e di Anghiari, situato nel Palazzo del Marzocco, espone reperti storici che spaziano dalla preistoria al XVIII secolo e una collezione digitalizzata dei disegni di Leonardo da Vinci relativi alla battaglia, bozze preparative al celebre affresco per il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, mai completato e oggi perduto.
Al centro del borgo si trova il Palazzo Pretorio, un edificio risalente al XIV secolo, che oggi ospita il Comune di Anghiari. Sulla sua facciata sono ancora visibili gli stemmi dei podestà fiorentini, un ricordo dell’epoca in cui la città era sotto il controllo della Repubblica di Firenze. Al suo interno si trova un affresco del XV secolo, attribuito ad Antonio di Anghiari, maestro di Piero della Francesca, e una vasca vinaria romana, che testimonia le radici antiche della città. Questo edificio venne persino usato come carcere nel XIX secolo.
Il Castello di Montauto
Anghiari è circondato dai tipici paesaggi della Toscana e da castelli medievali. Tra questi, spicca il Castello di Montauto, situato su un colle a quasi 800 metri di altitudine, un esempio di architettura difensiva e residenziale che nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni. Qui fu anche custodito per secoli il saio di San Francesco d’Assisi, prima di venire trasferito a Firenze (oggi è conservato al Santuario della Verna).
Edificato tra il 1180 e il 1190 su una torre longobarda, il castello di Montauto conserva gran parte della sua struttura medievale. Per secoli appartenne alla nobile famiglia Barbolani, che lo integrò nella Repubblica Fiorentina. Nel Cinquecento fu ristrutturato dall’architetto Baccio d’Agnolo, diventando uno degli ultimi feudi imperiali fino al Congresso di Vienna del 1815. Sebbene danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale, il castello resta un’affascinante proprietà privata non è accessibile, ma è comunque visitabile previa prenotazione anticipata.
Il castello di Sorci
Un altro esempio significativo che celebra il paesaggio che circonda Anghiari è il Castello di Sorci, famoso per le sue leggende e per essere stato dimora del capitano di ventura Baldaccio d’Anghiari. Oggi ospita un rinomato ristorante e rappresenta una meta popolare anche per gli amanti delle storie di fantasmi, poiché si narra che il fantasma decapitato di Baldaccio si aggiri tra le stanze del castello.
Le origini del nome sono incerte. Un’antica leggenda, ad esempio, narra la rivalità tra due famiglie locali, Gatti e Sorci, nell’accezione di “topi” (ma non è chiaro se fosse il nome delle famiglie o un loro soprannome), le quali si scontrarono attorno all’anno 1000: la battaglia si concluse con la vittoria dei Sorci. Tuttavia, una versione più attendibile riguarda il termine “sorco”, che significa “scopeto”, “ericeto”, riferendosi alla vegetazione locale.
Al di là di leggende e terminologie, storicamente, il maniero risale al XII secolo e ha ospitato famiglie illustri, come i Tarlati e il già citato condottiero Baldaccio Bruni. Nel 1970, fu restaurato da Primetto Barelli e trasformato in un’azienda agricola con un ristorante. Il castello è stato anche il set di alcune scene del film “Non ci resta che piangere”, di Roberto Benigni e Massimo Troisi.
Il castello di Galbino
Originariamente costruito intorno all’XI secolo come struttura difensiva, il castello di Galbino, situato nei pressi della strada provinciale della Libbia, fu modificato nel corso del tempo, in particolar modo dopo l’incendio del 1178, quando Federigo Barbolani di Montauto decise di trasformarlo in una residenza gentilizia. La sua funzione iniziale era puramente strategica, poiché la sua posizione permetteva di controllare i collegamenti tra il Valdarno aretino e l’alto Tevere.
La struttura attuale è quella di un quadrilatero murario composto da una torre centrale e quattro piccole torri cilindriche agli angoli, mentre la facciata è arricchita da una loggia con colonne in pietra e finestre rinascimentali e barocche.
Il castello passò dai Barbolani a diverse famiglie nobiliari, come i Velluti Zati e i conti Baldeschi e venne usato prevalentemente come dimora residenziale. Oggi è usato anche per ospitare eventi importanti e matrimoni.
Cultura e tradizioni locali ad Anghiari
Tra le tradizioni locali di Anghiari spiccano il Palio della Vittoria, evento storico celebrato ogni anno il 29 giugno, e la Tovaglia a Quadri, ovvero una cena teatrale all’aperto, che permette di vivere un’esperienza che combina teatro e gastronomia.
Quando si parla di gastronomia, tra le specialità tipiche del luogo è impossibile non menzionare i bringoli, degli spaghettoni fatti da sola acqua e farina e conditi con “sugo finto”, sugo di funghi porcini o di carne.
Cosa vedere attorno ad Anghiari
Nei pressi del borgo si trova anche la Riserva Naturale Monti Rognosi, area di grande interesse geologico e naturalistico. La Riserva si estende su 156 ettari di terreno e offre un’esperienza immersiva nella natura, con sentieri che attraversano boschi e campi. Questi percorsi, percorribili a piedi, in bicicletta o a cavallo, sono molto panoramici e meritano sicuramente di essere attraversati se ci si ferma qualche giorno in zona. La riserva è anche un punto di interesse storico, vista la presenza di sentieri come la “via delle miniere” e il percorso dedicato a San Francesco d’Assisi.
Altro sito d’interesse è il Santuario della Madonna del Carmine, luogo di culto legato a un’apparizione mariana, con una suggestiva architettura e una festa annuale dedicata all’Assunzione.
Tra le località vicine ad Anghiari che meritano una visita, spiccano Sansepolcro, la città natale di Piero della Francesca, Monterchi, che ospita la famosa Madonna del Parto, e Caprese Michelangelo, luogo natale del celebre artista. Naturalmente, nel tour di viste non può mancare Arezzo.