In una delle foreste più belle del territorio toscano si nasconde l’Abbazia di Vallombrosa. Situata nel comune di Reggello e nella località omonima, l’Abbazia di Vallombrosa ricevette nel 1950 la nomina di Basilica minore da Papa Pio XII. Questa abbazia è monumento nazionale italiano, e una vera chicca toscana, tutta da scoprire, perfetta per una gita domenicale con la famiglia. Qui grandi e piccini possono imparare nozioni interessantissime e visitare uno dei siti storici più importanti della regione, nella pacata tranquillità della foresta e immersi nella calma della natura.
L’Abbazia e la foresta di Vallombrosa
L’Abbazia di Vallombrosa si trova all’interno della Riserva Naturale Biogenetica di Vallombrosa, un’area naturale protetta dal 1977 che occupa ben 1273 ettari. La foresta di Vallombrosa e l’Abbazia che sorse qui grazie a San Giovanni Gualberto hanno una storia comune antica e affascinante, fatta di alti e bassi, conquiste ed esili. Infatti, di pari passo allo sviluppo dell’Abbazia di Vallombrosa, va quello della foresta che la ospita. Qui i monaci benedettini piantarono l’abete bianco per la prima volta nel XV secolo, e resero l’attività forestale il settore principale dell’economia di questo territorio, grazie alla vendita del legno nei cantieri navali.
Non a caso, San Giovanni Gualberto è il Santo Patrono dei Forestali d’Italia. Dopo i monaci, ad occuparsi della foresta fu il Corpo Forestale dello Stato, e ancora dopo i Carabinieri Forestali. Nel 1879 l’Abbazia divenne anche sede del Regio Istituto Forestale, la prima scuola forestale italiana, che rimase lì fino al 1914, quando fu spostata a Firenze e si trasformò nella Facoltà di Scienze Forestali. Nel 1977 la foresta diventa una Riserva Naturale e nel 1992 entra nella Zona Speciale di Conservazione della rete europea Natura 2000.
La storia dell’Abbazia
Come già detto, la storia dell’Abbazia e della foresta sono strettamente intrecciate. Il primo nucleo dell’abbazia, ossia il monastero originale fondato da San Giovanni Gualberto, sorse nel 1008. Con il passare degli anni, qui giunsero nuovi adepti e il monastero si arricchì di celle e spazi comuni, dell’oratorio, della nuova sacrestia e dei locali del noviziato. Solo nel XV secolo l’Abbazia assunse le fattezze odierne, che comunque furono arricchite e ampliate anche nei secoli successivi, soprattutto dopo il saccheggio di Carlo V.
Durante l’epoca napoleonica il monastero fu soppresso, per riaprire nel 1817. Nel 1866, però, i monaci furono nuovamente allontanati dal Regno d’Italia. L’edificio infatti, fu destinato ad ospitare il Regio Istituto Forestale, il primissimo istituto in Italia ad occuparsi di materie forestali. L’Istituto rimase attivo nell’Abbazia fino al 1914, quando fu spostato a Firenze, ma i monaci benedettini fecero ritorno al monastero solo nel 1949.
Visitare l’Abbazia
La visita all’Abbazia di Vallombrosa è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita perché, oltre a far conoscere tantissimo sulla storia della zona e dell’edificio in sé, è in grado di avvicinare emotivamente al territorio che la ospita e di emozionare nel profondo. La visita include il monastero, il campanile del 1200 e la torre. Nell’insieme, il complesso ricorda più un castello che un monastero, ed entrando la meraviglia aumenta. Infatti, all’interno dell’Abbazia si possono vedere numerose opere d’arte, dalle tele di Ignazio Hugford al coro ligneo di Francesco da Poggibonsi.
Infine, addentrandosi nella foresta si possono scovare cappelle e tabernacoli antichi, immersi nel silenzio della natura e nella sua magica atmosfera che invita alla meditazione e al raccoglimento. L’abbazia di Vallombrosa si può visitare tutti i giorni secondo l’orario stagionale: in estate dalle 06.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00, e in inverno dalle 09.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. L’ingresso è totalmente gratuito e, in base alla disponibilità, è anche possibile effettuare visite guidate.
La cerimonia del 12 luglio
Come già detto, San Giovanni Gualberto è il Santo Patrono dei Forestali d’Italia, la cui ricorrenza cade il 12 di luglio. Per celebrare il Santo, ogni anno nella data della sua morte, le 20 regioni italiane a rotazione offrono l’olio per la lampada votiva che arde per tutto l’anno davanti all’altare maggiore dell’Abbazia di Vallombrosa. Si tratta di una cerimonia importantissima, cui partecipano delegazioni regionali e alte cariche della politica italiana, oltre che della sfera religiosa, e che si conclude con una messa solenne in onore del Santo.